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SPERANZA

Nel nuovo Catechismo della Chiesa Cattolica troviamo la seguente spiegazione della virtù teologale della SPERANZA (1817‑1821):

- "La speranza è la virtù teologale per la quale desideriamo il Regno dei cieli e la vita eterna come nostra felicità, riponendo la nostra fiducia nelle promesse di Cristo e appoggiandoci non sulle nostre forze, ma sull'aiuto della grazia dello Spirito Santo. 'Manteniamo senza vacillare la professione della nostra speranza, perché è fedele colui che ha promesso' (Eb 10,23). Lo Spirito è stato 'effuso da lui su di noi abbondantemente per mezzo di Gesù Cristo, Salvatore nostro, perché, giustificati dalla sua grazia, diventassimo eredi, secondo la speranza, della vita eterna' (Tt 3,6‑7)."

- (1818) "La virtù della speranza risponde all'aspirazione alla felicità, che Dio ha posto nel cuore di ogni uomo; essa assume le attese che ispirano le attività degli uomini; le purifica per ordinarle al Regno dei cielo; salvaguarda dallo scoraggia­mento; sostiene in tutti i momenti di abbandono; dilata il cuore nell'attesa della bea­titudine eterna. Lo slancio della speranza preserva dall'egoismo e conduce alla gioia della carità."

-  (1819) "La speranza cristiana riprende e porta a pienzza la speranza del popolo eletto, la quale trova la propria origine ed il proprio modello nella speranza di Abramo, colmato in Isacco delle promesse di Dio e purificato dalla prova del sacri­ficio. 'Egli ebbe fede sperando contro ogni speranza e così divenne padre di molti popoli' (Rm 4,18)."

- (1820) "La speranza cristiana si sviluppa, fin dagli inizi della predicazione di Gesù, nell'annuncio delle beatitudini. Le beatitudini elevano la nostra speranza verso il Cielo come verso la nuova Terra promessa; ne tracciano il cammino attraverso le prove che attendono i discepoli di Gesù. Ma per i meriti di Gesù Cristo e della sua Passione, Dio ci custodisce nella 'speranza' che 'non delude' (Rm 5,5). La speranza è l'àncora della nostra vita, sicura e salda, la quale penetra...'là 'dove Gesù è entrato per noi come precursore' (Eb 6,19‑20). È altresì un'arma che ci protegge nel combattimento della salvezza: 'Dobbiamo essere... rivestiti con la corazza della fede e della carità, avendo come elmo la speranza della salvezza' (1Ts 5,8). Essa ci procura la gioia anche nella prova: 'lieti nella speranza, forti nella tribolazione' (Rm 12,12). Si esprime e alimenta nella preghiera, in modo particolarissimo in quella del Pater noster, sintesi di tutto ciò che la speranza ci fa desiderare."

- (1821) "Noi possiamo, dunque, sperare la gloria del cielo promessa da Dio a coloro che lo amano e fanno la sua volontà. In ogni circostanza ognuno deve spera­re, con la grazia di Dio, di perseverare 'sino alla fine' (cf. Mt 10,22) e ottenere la gioia del cielo, quale eterna ricompensa di Dio per le buone opere compiute con la grazia di Cristo. Nella speranza la Chiesa prega che 'tutti gli uomini siano salvati' (1Tm 2,4). Essa anela ad essere unita a Cristo, suo Sposo, nella gloria del cielo."

- Queste spiegazioni del nuovo Catechismo ci mostrano dunque come è importante la virtù teologale della SPERANZA nella vita di ogni singolo uomo. - Chi perde la grazia della fede perde nello stesso tempo la forza salvifica della speranza. Anche se l'uomo conserva ancora la forza naturale dell'amore, il cosiddetto amore umanitario, questo amore da solo non è in grado di permet­tere all'uomo l'ingresso alla vita eterna del Cielo.

Una cosa molto importante non la dobbiamo dimenticare in tutte le nostre medita­zioni, cioè che le virtù della vita santa non possono mai essere contemplate separa­tamente una dall'altra. -

Se dunque adesso meditiamo in modo speciale sulla SPERANZA dobbiamo nello stesso tempo riflettere sul senso, sul significato e sull'effetto della fede, della fiducia, dell'amore, della misericordia, della bontà, della verità, della giustizia ecc. Allora raggiungiamo tutto ciò che desideriamo e cerchiamo e che possiamo trovare soltanto in Dio.

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FEDE E FIDUCIA

La fede e la fiducia sono forze spirituali dell'uomo che si condizionano e comple­tono a vicenda e rendono feconda la vita dell'uomo. - Per ciò si può dire tranquilla­mente che queste due parole hanno un identico significato, cioè lì dove parliamo della fede in Dio contempliamo nello stesso tempo anche la ficucia in Dio, e lì dove parliamo della fiducia in Dio intendiamo contemporaneamente la fede in Dio.

La FEDE, insieme con l'amore e la speranza appartiene alla virtù divina dell'opera salvifica di Gesù Cristo e conduce alla guarigione e santificazione spirituale dell'uomo, secondo la volontà del Creatore del Padre Celeste. - In S. Paolo troviamo la seguente descrizione di questa virtù fondamentale che ci conduce alla salvezza eterna: "La FEDE è fondamento delle cose che si sperano e prova di quelle che non si vedono." (Eb 11,1)

Nel nuovo Catechismo della Chiesa Cattolica leggiamo (1814‑1815): "La fede è la virtù teologale per la quale noi crediamo in Dio e a tutto ciò che egli ci ha detto e rivelato, e che la Santa Chiesa ci propone da credere, perché egli è la stessa verità. Con la fede l'uomo si abbandona tutto a Dio liberamente. Per questo il credente cerca di conoscere e di fare la volontà di Dio. 'Il giusto vivrà mediante la fede.' (Rm 1,17). 'La fede viva opera per mezzo della carità' (Gal 5,6). Il dono della fede rimane in colui che non ha peccato contro di essa. 'Ma la fede senza le opere è morta' (Gc 2,26): se non si accompagna alla speranza e all'amore, la fede non unisce pienamente il fedele a Cristo e non ne fa un membro vivo del suo Corpo."

- In un altro brano leggiamo: (143): "Con la fede l'uomo sottomette pienamente a Dio la propria intelligenza e la propria volontà. Con tutto il suo essere l'uomo dà il proprio assenso a Dio rivelatore. La Sacra Scrittura chiama 'obbedienza della fede' questa risposta dell'uomo a Dio che rivela (cf. Rm 1,5;16,26)."

- La dottrina della Chiesa si fonda ovviamente in corrispondenti principi del Vangelo di Gesù Cristo e dei Suoi apostoli. Ciò che gli uomini possono raggiungere mediante la fede, ce lo descrive molto ampliamente l'apostolo delle genti, San Paolo per insegnarci e incoraggiarci a ciò che possiamo raggiungere anche noi presso Dio soltanto attraverso la FEDE:

·         Per mezzo di questa fede gli antichi ricevettero buona testimonianza.

·         Per fede noi sappiamo che il mondo fu formato dalla parola di Dio, sì che da cose non visibili ha preso origine quello che si vede.

·         Per fede Abele offrì a Dio un sacrificio migliore di quello di Caino e in base ad essa fu dichiarato giusto, attestando Dio stesso di gradire i suoi doni; per essa, benché morto, parla ancora.

·         Per fede Enoch fu trasportato via, in modo da non vedere la morte; e non lo si trovò più, perché Dio lo aveva portato via. Prima infatti di essere trasportato via, ricevette la testimonianza di essere stato gradito a Dio. Senza la fede però è impos­sibile essergli graditi; chi infatti s'accosta a Dio deve credere che egli esiste e che egli ricompensa coloro che lo cercano.

·         Per fede Noè, avvertito divinamente di cose che ancora non si vedevano, costruì con pio timore un'arca a salvezza della sua famiglia; e per questa fede condannò il mondo e divenne erede della giustizia secondo la fede.

·         Per fede Abramo, chiamato da Dio, obbedì partendo per un luogo che doveva ricevere in eredità, e partì senza sapere dove andava.

·         Per fede soggiornò nella terra promessa come in una regione straniera, abitando sotto le tende, come anche Isacco e Giacobbe, coeredi della medesima promessa. Egli aspettava infatti la città dalle salde fondamenta, il cui architetto e costruttore è Dio stesso.

·         Per fede anche Sara, sebbene fuori dell'età, ricevette la possibilità di diventare madre perché ritenne fedele colui che glielo aveva promesso. Per questo da un uomo solo, e inoltre gia segnato dalla morte, nacque una discendenza numerosa come le stelle del cielo e come la sabbia innumerevole che si trova lungo la spiaggia del mare.

·         Nella fede morirono tutti costoro, pur non avendo conseguito i beni promessi, ma avendoli solo veduti e salutati di lontano, dichiarando di essere stranieri e pellegrini sopra la terra. Chi dice così, infatti, dimostra di essere alla ricerca di una patria. Se avessero pensato a quella da cui erano usciti, avrebbero avuto possibilità di ritor­narvi; ora invece essi aspirano a una migliore, cioè a quella celeste. Per questo Dio non disdegna di chiamarsi loro Dio: ha preparato infatti per loro una città.

·         Per fede Abramo, messo alla prova, offrì Isacco e proprio lui, che aveva ricevuto le promesse, offrì il suo unico figlio, del quale era stato detto: In Isacco avrai una discendenza che porterà il tuo nome. Egli pensava infatti che Dio è capace di far risorgere anche dai morti: per questo lo riebbe e fu come un simbolo.

·         Per fede Isacco benedisse Giacobbe ed Esaù anche riguardo a cose future.

·         Per fede Giacobbe, morente, benedisse ciascuno dei figli di Giuseppe e si prostrò, appoggiandosi all'estremità del bastone.

·         Per fede Giuseppe, alla fine della vita, parlò dell'esodo dei figli d'Israele e diede disposizioni circa le proprie ossa.

·         Per fede Mosè, appena nato, fu tenuto nascosto per tre mesi dai suoi genitori, perché videro che il bambino era bello; e non ebbero paura dell'editto del re.

·         Per fede Mosè, divenuto adulto, rifiutò di esser chiamato figlio della figlia del faraone, preferendo essere maltrattato con il popolo di Dio piuttosto che godere per breve tempo del peccato. Questo perché stimava l'obbrobrio di Cristo ricchezza maggiore dei tesori d'Egitto; guardava infatti alla ricompensa.

·         Per fede lasciò l'Egitto, senza temere l'ira del re; rimase infatti saldo, come se vedesse l'invisibile.

·         Per fede celebrò la pasqua e fece l'aspersione del sangue, perché lo sterminatore dei primogeniti non toccasse quelli degli Israeliti.

·         Per fede attraversarono il Mare Rosso come fosse terra asciutta; questo tentarono di fare anche gli Egiziani, ma furono inghiottiti.

·         Per fede caddero le mura di Gerico, dopo che ne avevano fatto il giro per sette giorni.

·         Per fede Raab, la prostituta, non perì con gl'increduli, avendo accolto con benevo­lenza gli esploratori.

·         E che dirò ancora? Mi mancherebbe il tempo, se volessi narrare di Gedeone, di Barak, di Sansone, di Iefte, di Davide, di Samuele e dei profeti, i quali per fede conquistarono regni, esercitarono la giustizia, conseguirono le promesse, chiusero le fauci dei leoni, spensero la violenza del fuoco, scamparono al taglio della spada, trovarono forza dalla loro debolezza, divennero forti in guerra, respinsero invasioni di stranieri. Alcune donne riacquistarono per risurrezione i loro morti. Altri poi furono torturati, non accettando la liberazione loro offerta, per ottenere una migliore risurrezione. Altri, infine, subirono scherni e flagelli, catene e prigionia. Furono lapidati, torturati, segati, furono uccisi di spada, andarono in giro coperti di pelli di pecora e di capra, bisognosi, tribolati, maltrattati di loro il mondo non era degno! , vaganti per i deserti, sui monti, tra le caverne e le spelonche della terra. Eppure, tutti costoro, pur avendo ricevuto per la loro fede una buona testimonianza, non conse­guirono la promessa: Dio aveva in vista qualcosa di meglio per noi, perché essi non ottenessero la perfezione senza di noi." (Eb 11,2‑40)

·         "Anche noi dunque, circondati da un così gran nugolo di testimoni, deposto tutto ciò che è di peso e il peccato che ci assedia, corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, autore e perfezionatore della fede. Egli in cambio della gioia che gli era posta innanzi, si sottopose alla croce, disprezzando l'ignominia, e si è assiso alla destra del trono di Dio. Pensate attenta­mente a colui che ha sopportato contro di sé una così grande ostilità dei peccatori, perché non vi stanchiate perdendovi d'animo." (Eb 12,1‑3)

Questi insegnamenti di S. Paolo sul senso, significato e la forza e la fede in Dio, cioè nello stesso tempo della fiducia in Dio, ci siano d'aiuto nelle meditazioni seguenti, per conoscere nella luce dello Spirito Santo ciò di cui abbiamo bisogno sulla nostra vita terrena e che dobbiamo cercare affinché otteniamo alla fine le cose grandi che "ha preparato Dio per coloro che lo amano." (cf. 1Cor 1,9b) -

Il migliore e più vivo esempio della fede è la vita dell'Immacolata Vergine Maria. Nel Nuovo Catechismo troviamo tra l'altro quanto segue (506): "Maria è vergine perché la sua verginità è il segno della sua fede «che non era alterata da nessun dubbio» e del suo totale abbandono alla volontà di Dio. Per la sua fede ella diviene la Madre del Salvatore: «Beatior est Maria percipiedo fidem Christi quam conci­piendo carnem Christi - Maria è più felice di ricevere la fede di Cristo che di concepire la carne di Cristo»."

Quanti più uomini si allontanano dalla fede nella Parola di Dio tanto più è in pericolo la pace tra gli uomini, nelle famiglie e fra i popoli. - Solo il ritorno alla fede, alla verità e alla giustizia dei Principi del Vangelo di Gesù Cristo può donare al mondo la pace!

Perciò l'indispensabile apostolato della QUOTIDIANA PREGHIERA COMUNI­TARIA con la MEDITAZIONE della PAROLA DI DIO nelle FAMIGLIE. - È così importante per mantenere la pace, non soltanto quella del cuore degli uomini con Dio ma anche fra tutti gli uomini. - Voi sostenete questo apostolato del Movi­mento Samaritano di Maria - UNITÀ e contribuite nello stesso tempo a salvaguar­dare la pace se regalate il libro della Grande Novena a qualcuno e lo convincete dalla necessità della QUOTIDIANA PREGHIERA COMUNITARIA con la MEDITAZIONE della PAROLA DI DIO nelle FAMIGLIE.

Voglia Dio benedire abbondantemente TUTTI coloro che fanno questo con zelo, e la MADRE DI DIO accompagnargli con la sua potentissima protezione e i Santi Angeli assisterli in ogni necessità e pericolo!

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LA VOLONTÀ DEL PADRE CELESTE

PREMESSA

Dio il Creatore dell'universo, di tutto il micro- e macrocosmo e quindi anche degli uomini, si è rivelato a noi come Padre, come l'Amore infinitamente perfetto.

Tutto il creato di Dio, purtroppo nella sua storia ha subito alcuni sconvolgimenti, e perfino catastrofi:

- La prima catastrofe nell'universo celeste è stata la caduta degli angeli, perché essi si erano ribellati, rifiutando la volontà di Dio.

- La successiva grande catastrofe di tutta l'umanità è avvenuta con la caduta di Eva ed Adamo, a causa della loro disobbedienza contro l'ordine di Dio e perciò direttamente contro Dio, Creatore e Padre.

Poiché tutta la creazione ha il suo inizio soltanto nell'amore e nella volontà di Dio, così è logico e chiaro che ogni singola creatura è sottoposta al potere di Dio e si deve sviluppare e comportare secondo l'ordine di Dio.- Se ciò non accade, se le creature di Dio si contrappongono all'ordine istituito da Dio, cioè alla Sua volontà, o la vogliono aggirare, devono nello stesso tempo atten­dersi gravi conseguenze.

Ma questo non significa che Dio voglia qualcosa di male per le Sue creature. Dio vuole per tutti solo il meglio, e perciò EGLI ha creato per esse le migliori leggi e prescrizioni, così che nessuno potrebbe inventare qualcosa di ancora migliore. E se qualcuno pensa di poter migliorare le prescrizioni di Dio e creare qualcosa di migliore di ciò che Dio ha creato, inganna se stesso e trae in errore tutti coloro che lo seguono.

La storia dell'umanità ci dimostra sempre di nuovo questa verità in modo abba­stanza chiaro. - Qui è molto interessante che gli uomini possono giudicare il più delle volte abbastanza bene il passato  con tutti i suoi errori e sbagli. Proprio questi uomini riescono perfino a trarne conclusioni molto giuste, che possono costituire preziose indicazioni per il cammino futuro, per evitare gli stessi o simili sbagli. - Tuttavia c'è un grande enigma: come mai l'uomo, per quanto riguarda il presente, ora come per il passato rimane cieco, sbaglia e non sa esattamente ciò che deve fare?

Perciò Dio, il Creatore dell'universo, come Padre benigno, si è chinato sugli uomini caduti e nel Suo amore ci ha rivelato la Sua eterna, santissima e perfettissima volontà, affinché tutti coloro che la riconoscono e le sono fedeli siano salvi e di nuovo, per la grazia di Dio, siano glorificati.

San Paolo scrive al riguardo: "Dio, che aveva già parlato nei tempi antichi molte volte e in diversi modi ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha costituito erede di tutte le cose e per mezzo del quale ha fatto anche il mondo. Questo Figlio, che è irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza e sostiene tutto con la potenza della sua parola, dopo aver compiuto la purificazione dei peccati si è assiso alla destra della maestà nell'alto dei cieli, ed è diventato tanto superiore agli angeli quanto più eccellente del loro è il nome che ha ereditato." (Eb 1,1‑4)

A proposito non vogliamo lasciarci sfuggire la spiegazione supplementare di San Pietro: "Una cosa però non dovete perdere di vista, carissimi: davanti al Signore un giorno è come mille anni e mille anni come un giorno solo. Il Signore non ritarda nell'adempiere la sua promessa, come certuni credono; ma usa pazienza verso di voi, non volendo che alcuno perisca, ma che tutti abbiano modo di pentirsi. Il giorno del Signore verrà come un ladro; allora i cieli con fragore passeranno, gli elementi consumati dal calore si dissolveranno e la terra con quanto c'è in essa sarà distrutta." (2 Pt 3,8‑10)

Dio ha rivelato a tutti gli uomini la Sua SANTA VOLONTÀ, che è indipendente dal tempo, cioè eternamente valida, attraverso i Suoi eletti, ma soprattutto attraverso il Suo eterno Figlio Gesù Cristo fatto uomo. Gesù ci ha rivelato le leggi eterne di Suo Padre, il Creatore dell'universo, e ne ha affidato l'annuncio soprattutto agli Apostoli ed ai loro successori: "Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato". (Mc 16,15‑16)"Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzan­dole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo." (Mt 28,19‑20)

Perciò da San Paolo, l'Apostolo delle genti, sentiamo: "Tra i perfetti parliamo, sì, di sapienza, ma di una sapienza che non è di questo mondo, né dei dominatori di questo mondo che vengono ridotti al nulla; parliamo di una sapienza divina, misteriosa, che è rimasta nascosta, e che Dio ha preordinato prima dei secoli per la nostra gloria." (1 Cor 2,6‑7)

Chi dunque vuol essere salvato, non ha altra scelta che dire "sì" alla volontà del Padre Celeste, cioè alla volontà di Dio Creatore rivelata da Gesù, in modo consape­vole, volontario chiaro ed univoco, nel modo migliore, come ha fatto Maria, una giovane, semplice e minorenne ragazza di Israele, il popolo eletto da Dio. - Lei non era colta nel senso umano, ma possedeva una vera sapienza che l'ha aiutata a discernere giustamente il bene dal male, cioè a fare il bene e rinunciare al male! - Oggi Lei è la Regina dell'universo e la prima dopo la Trinità di Dio. - Coloro, dun­que, che sognano spesso una cosiddetta carriera nella vita, dovrebbero proprio guar­dare attentamente all'esempio di Maria e riflettere se non valga piuttosto la pena di aspirare con tutte le forze a una vita santa, come ha fatto Maria, invece che sciupare i doni e i talenti preziosi affidatici da Dio, al servizio del mondo!?

Maria era profondamente convinta nel suo intimo che il senso della vita umana consiste soprattutto nell'adempimento della volontà di Dio. Ma poiché Ella sapeva di essere debole nella sua natura, pregava incessante­mente Dio che LUI le facesse conoscere ciò che era la Sua volontà e ciò che EGLI esigeva da Lei. Le prime cono­scenze della volontà di Dio, Lei le ricevette mediante i buoni, sani e santi insegna­menti dei suoi genitori, più tardi anche attraverso le Sacre Scritture del Vecchio Testamento e poi infine per immediata Rivelazione di Dio tramite l'Arcangelo Gabriele.

Anche noi oggi abbiamo bisogno delle stesse cose:

- una buona conoscenza della volontà di Dio, che possiamo acquisire adesso soprattutto dai Principi del Vangelo di Gesù Cristo e, tramite la Chiesa;

- e il fedele adempimento della volontà di Dio nella nostra vita di ogni giorno, secondo la vocazione che ogni uomo ha ricevu­to da Dio.

Come è importante l'obbedienza e come essa è intimamente connessa con l'adempimento della volontà di Dio, Gesù ce lo mostra in modo molto chiaro ed evidente con il Suo modo di vita e con le Sue Parole: "Io non posso far nulla da me stesso; giudico secondo quello che ascolto (dal Padre) e il mio giudizio è giusto, perché non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato" (Gv 5,30). E: "perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato" (Gv 6,38). - E: "Mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera" (Gv 4,34b).

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