GIOIA e FELICITÀ

Dio ha creato l'uomo destinandolo all'eterna gioia e felicità. Ogni uomo è dunque chiamato da Dio per ottenere questa felicità eterna e questo corrisponde anche al suo desiderio intrinseco. Molti uomini comprendono purtroppo questo desiderio naturale della gioia e della felicità in modo sbagliato perché pensano di poter trovare la vera ed indistruttibile gioia qui in questa vita terrena. In questa ottica sta l'origine della catastrofe dell'uomo che già è incominciata in Eva quando essa ha cercato la falsa gioia nella soddisfazione della sua curiosità ed orgoglio. L'uomo ha perso attraverso il suo peccato originale il suo naturale diritto all'eterna felicità, e questa celeste condizione di gioia. - Dio ha posto un passaggio, un accesso al cielo in Gesù Cristo per l'umanità caduta. Questo passaggio è il Vangelo con tutti i suoi princípi, insegnamenti, prescrizioni, comandamenti, proibizioni che sono stati rivelati da Gesù Cristo e i Suoi Apostoli. Essi, ci indicano la via alla felicità eterna.

L'angelo più alto del cielo che fu riempito di grandissima gioia da Dio, dal suo Creatore, ha perso la sua gioia quando egli si è ribellato contro Dio e il suo ordine. - Egli è stato simile a Dio, però voleva essere uguale a Dio, ciò che non è possibile. Ha cercato dunque una gioia che non gli era dovuta per giustizia. Per la sua resistenza contro Dio ha perso la felicità eterna per sempre.

Fin dalla caduta dal cielo egli impegna tutta la sua intelligenza e il suo potere che non ha ancora perduto, per trascinare il più possibile degli uomini per tutta l'eternità nella sua stessa sventura di cui soffre adesso. Acceca l'uomo con ogni possibile perfida tentazione e lusinga con le quali promette apparentemente la felicità e la gioia all'uomo, conducen­dolo nel peccato e quindi all'infelice separazione da Dio.

Quante volte l'uomo deve constatare già dopo una breve gioia, che invece di servire Dio ha servito al diavolo allo stesso modo della caduta nel peccato di Adamo ed Eva ai quali si aprirono gli occhi solo quando era troppo tardi (cfr. Gn 3,7)?

Ma questo non significa che l'uomo non debba avere nessuna gioia sulla terra. Non ha soltanto il diritto, anzi perfino il dovere, ma deve usare per questo vie e i mezzi che corrispondono all'ordine di Dio. - S. Paolo scrive: "Rallegratevi nel Signore, sempre; ve lo ripeto ancora, rallegratevi." (Fil 4,4) e "State sempre lieti, pregate incessantemente, in ogni cosa rendete grazie." (1 Ts 5,16‑18a) - Queste parole ci mostrano che l'uomo può e deve cercare la gioia, ma senza la preghiera e senza la gratitudine e senza fedeltà all'ordine di Dio, non troverà questa gioia.

S. Paolo non ci esorta a vivere una qualsiasi gioia di questo mondo ma, la vera gioia cristiana, perciò egli ci esorta: "Per il resto, fratelli miei, state lieti nel Signore." (Fil 3,1a)

S. Pietro ci mostra che perfino le sofferenze si possono trasformare in gioia se le uniamo con le sofferenze di Cristo e uniti con LUI le sopportiamo tranquillamente e paziente­mente: "...nella misura in cui partecipate alle sofferenze di Cristo, rallegratevi..." (1 Pt 4,13a) - Perciò: "Chi semina nelle lacrime, mieterà con giubilo!" (Sal 126,5).

Questi uomini che nonostante tutte le difficoltà seguono fedelmente il Signore anche dovendo portare una pesante croce, risorgeranno con Cristo ed entreranno nella gioia eterna del cielo, così come Gesù stesso ha promesso: "Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli."(Mt 5,12a)

Le seguenti Parole di Dio con le rispettive meditazioni ci vogliono condurre alla sapienza divina che ci fa conoscere sempre di più la seguente verità: Ciò che inizialmente costa molto inpegno più tardi arreca grande gioia e ciò invece che inizialmente porta grande gioia più tardi procura molti dolori. - Per questo S. Paolo ci dà un meraviglioso insegna­mento: "Non vi fate illusioni; non ci si può prendere gioco di Dio. Ciascuno raccoglierà quello che avrà seminato. Chi semina nella sua carne, dalla carne raccoglierà corruzione; chi semina nello Spirito, dallo Spirito raccoglierà vita eterna. E non stanchiamoci di fare il bene; se infatti non desistiamo, a suo tempo mieteremo." (Gal 6,7‑9)

Se l'uomo sta continuamente in ricerca di una gioia e non cerca direttamente e solamente Dio, allora può succedere che Satana acceca questo uomo e lo confonda e lo seduce in tal modo che invece della gioia trova sofferenze e lacrime. Quasi ogni uomo può confermare con la propria esperienza questa triste, amara verità.

Perciò possiamo descrivere ancora più chiaramente la via alla gioia: - Dio solo è la gioia, la vera gioia senza fine! - Chi vuole trovare dunque questa gioia non deve tanto cercare la gioia, ma Dio solo. Trovando Dio trova anche tutto ciò che Dio ha ed è, dunque anche la gioia più grande.

Facciamo dunque operare in noi la grazia che ci viene donata da una coscienziosa medita­zione della Parola di Dio, il lieto annuncio che solo ci può rendere veramente felici perché rafforza e rinvigorisce in noi la fede e la speranza nella promessa gioia del cielo e ci incoraggia sempre di più a cercare queste gioie che derivano da Dio. Pensiamo dunque alle cose di lassù e non a quelle della terra, (cfr. Col 3,1‑2) allora ci prepareremo in modo magnifico all'eterna gioia del cielo.

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