Parola di Dio: 2 Macc 6,12-16
"Io prego coloro che avranno in mano questo libro di non turbarsi per queste disgrazie e di considerare che i castighi non vengono per la distruzione ma per la correzione del nostro popolo. e veramente il fatto che agli empi è data libertà per poco tempo, e subito incappano nei castighi, è segno di grande benevolenza. Poiché il Signore non si propone di agire con noi come fa con gli altri popoli, ATTENDENDO PAZIENTEMENTE IL TEMPO DI PUNIRLI, QUANDO SIANO GIUNTI AL COLMO DEI LORO PECCATI; e questo per non dovere alla fine punirci quando fossimo giunti all'estremo delle nostre colpe. Perciò Egli non ci toglie mai la Sua Misericordia, ma, correggendoci con le sventure, non abbandona il Suo popolo."
G: Parola di Dio! - T: Rendiamo grazie a Dio!
Aiuto per la meditazione:
Questa Parola di Dio può creare difficoltà molto grandi, se la si medita superficialmente. Però se analizziamo bene i fatti della storia, ci accorgiamo che essa ci trasmette una verità che, purtroppo, non comprendiamo facilmente. - È vero, il popolo di Israele fu sempre provato duramente a causa dei suoi peccati, alla fine ha perso perfino la propria terra per quasi 2000 anni, è stato disperso tra i popoli e ha dovuto superare prove difficili; tuttavia non è perito come gli altri popoli del tempo antico, dei quali non si trova quasi più traccia, eccetto alcuni resti archeologici. - Questa Parola di Dio tocca una verità che è incomprensibile per molti uomini, cioè che Dio è totalmente libero nelle Sue decisioni ed agisce come a LUI piace e come LUI vuole. EGLI non deve rendere conto a nessuno e tutto ciò che EGLI fa è buono e giusto. - Qualcuno potrebbe dire: come posso credere all'Amore, alla Giustizia e alla Misericordia di Dio, quando EGLI aspetta con pazienza alcuni popoli, finché la misura dei loro peccati sia piena, e solo allora li colpisce e li distrugge? - Questo possiamo comprenderlo soltanto così: Dio è Onnisciente. EGLI potrebbe dire già adesso a tutti gli uomini chi alla fine perirà e chi sarà salvato. Questo però non corrisponde in nessun modo a una predestinazione. Dio perciò si astiene dal Suo Giudizio e aspetta con pazienza fino alla fine, per pronunciare allora quel Giudizio che potrebbe dare già ora. - EGLI non vuole pronunziare oggi questo giudizio perché qualcuno LO potrebbe accusare: per quale motivo Tu mi hai condannato? - Dio insegna a tutti gli uomini ciò che essi dovrebbero fare per essere salvati, ma nello stesso tempo lascia loro tutta la libertà. L'uomo quindi ha sempre la piena libertà di decidere di fare il bene o il male; di osservare l'Ordine del Creatore o di contestarlo. Ma egli porta la piena responsabilità, davanti a Dio, di tutte le sue opere. Solo dopo, quando il periodo delle prove di ognuno e di tutti i popoli sarà trascorso, allora Dio darà i Suoi giusti Giudizi.
Forse un esempio ci può rendere un po' più comprensibile questo complicato stato di cose: un padre consegna ai suoi figli l'amministrazione della sua fattoria, dando loro anche insegnamenti e istruzioni adeguate su ciò che dovrebbero fare o evitare. Il padre conosce molto bene i suoi figli, tanto bene che già potrebbe dire in anticipo all'uno o all'altro le malefatte che egli commetterà. Per questo dovrebbe destituirlo già ora dall'amministrazione di questa fattoria e mandarlo in un posto solitario, dove non avrebbe più possibilità di provocare danni. Però non lo fa perché questo figlio gli potrebbe rivolgere l'accusa di essere stato trattato ingiustamente da lui. Quindi il padre fa vivere questo figlio insieme con gli altri, lo fa collaborare e decidere, benché sappia che nessuno dei suoi insegnamenti produrrà effetto su di lui e che, per conseguenza, tanti danni ne deriveranno. Poi, arrivata l'ora di rendere conto del proprio operato, il padre può dire a questo figlio: «Ti conoscevo così bene fin dall'inizio, che avrei potuto dare subito un giusto giudizio su di te. Però non l'ho fatto, ma ho dato a te come anche agli altri, sufficienti istruzioni, affinché tu potessi mostrare come mi obbedisci e mi ami. Ti ho ammonito, rimproverato e ho fatto il possibile per portarti alla contrizione, al pentimento e alla conversione. Tu però hai disprezzato tutto ciò, infischiandotene di tutto. e ora guarda che cosa hai combinato. - Che cosa ti spetta, secondo giustizia, per questo?»
Simile può essere la Fine ultima di ognuno, come anche di popoli interi, davanti a Dio. - Se quindi Dio ci punisse, ci castigasse e ci portasse, in definitiva, sulla strada della salvezza attraverso la contrizione e la conversione, allora dovremmo ringraziarLO per ogni cosa, anche se per noi fosse proprio incomprensibile, e professare umilmente che EGLI è l'Amore e che è giusto in tutte le Sue decisioni.
Se avessi anche il massimo dell'intelligenza, della sapienza, del potere e della ricchezza fra gli uomini, sarei consapevole che davanti a Dio sono sempre soltanto una debole e povera creatura, che dipende totalmente dalla Sua Grazia e che né la mia ribellione, né la mia rabbia, possono cambiare qualcosa nel Suo giusto Giudizio?
In base alla Parola di Dio di oggi, come contribuisco concretamente alla Nuova Evangelizzazione del mio ambiente? - Quale proposito faccio?
Preghiera del giorno: